Un recente studio realizzato dall’Università del Minnesota e pubblicato sullo “European Journal of Preventive Cardiology” mette in guardia dall’eccessivo
consumo di zuccheri nell’alimentazione giornaliera. Un pericolo, questo, che non riguarda soltanto la possibilità di sviluppare il
diabete, ma anche quella di procurare seri danni al
cuore. Gli zuccheri presi in dosi superiori alla norma, infatti, possono convertirsi in grasso, con buone possibilità di provocare
sindrome metabolica e rischi per le
patologie cardiovascolari.
Zuccheri aggiunti e salute
Nel corso della ricerca in cui il consumo di zuccheri a lungo termine è stato associato ai depositi di
grasso intorno al cuore e in altri organi, sono stati presi in esame
bevande con zuccheri aggiunti come quelle analcoliche, energetiche e con frutta, ma anche lo
zucchero aggiunto agli alimenti e alle bevande, per esempio durante la cottura o negli alimenti trasformati.
Per due decenni gli studiosi hanno esaminato oltre 3.000 persone tra i 18 e i 30 anni giungendo alla conclusione che l’assunzione di
bevande zuccherate con zuccheri aggiunti, è connessa a un deposito di grassi maggiore attorno agli organi.
Quali sono gli zuccheri aggiunti?
Per zuccheri aggiunti si intendono gli
alcolici e i superalcolici e in generale tutte le bibite e le bevande zuccherate, e poi ancora gli
yogurt aromatizzati alla frutta o al cacao, gli
sciroppi e le
bevande analcoliche. Ma gli zuccheri aggiunti si trovano anche nel
pane industriale, negli
insaccati, nei
cereali, nei piatti pronti e nei
cibi surgelati.
Al termine dello studio dell’Università del Minnesota, i partecipanti sono stati sottoposti a una
Tac di addome e torace per misurare i
volumi di grasso nelle zone più a rischio come il cuore e l’addome.
Dunque, un problema di non poco conto che, pur riguardando in particolar modo sei Paesi in tutto il mondo (quelli con maggiori consumi pro capite sono Argentina, Arabia Saudita, Cile, Messico, Stati Uniti e Perù), nei prossimi anni, secondo le previsioni, potrebbe interessare diverse zone dell’Europa.
Ecco perché, oltre agli addetti del settore che consigliano da sempre di bere soprattutto
acqua e mangiare
snack salutari, spetta ai governi, ai produttori di alimenti, ai ristoranti, alle scuole e ai luoghi di lavoro sensibilizzare adeguatamente i consumatori «sul contenuto di zucchero negli alimenti e nelle bevande e nell’offrire alternative più salutari», raccomanda Lyn Steffen, ricercatrice della School of Public Health dell’Università del Minnesota.
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